A chi spetta?
Viene spiegato in modo dettagliato sul
sito dell’Istituto nazionale per la previdenza sociale.
- Al coniuge (anche se separato o
divorziato, se titolare di un assegno di mantenimento)
- Ai figli (se alla data del decesso del
genitore non hanno ancora raggiunto la maggiore età. Se sono studenti o
universitari tra i 18 e i 26 anni, e ancora a carico alla data della morte del
parente. E se sono inabili, cioè con problemi fisici o mentali)
- Ai nipoti minori (anche se non
formalmente affidati) se a carico degli ascendenti (nonno o nonna) alla data
della loro morte
- In assenza di altre figure, a fratelli
celibi e inabili e a sorelle nubili e inabili, a carico della persona defunta,
se non sono già titolari di una pensione.
Quando si riceve ?
Dal 1° giorno del mese successivo a quello
del decesso del lavoratore o del pensionato, a prescindere dalla presentazione
della domanda.
A quanto ammonta?
La pensione di reversibilità si calcola
sulla base dell’assegno percepito dalla persona scomparsa, oppure in base alla
pensione che il defunto già percepiva. La legge prevede importi variabili che
si calcolano in base alla situazione familiare:
- Spetta il 60% della pensione solo se c’è
il coniuge
- 70% per un figlio
- 80% per il coniuge e un figlio o due
figli senza coniuge
- 100% per il coniuge e i figli sono più
di tre
- 15% per ogni altro familiare, diverso
dal coniuge, figli e nipoti.
L’erogazione dura per sempre?
No. Il diritto alla pensione per i
superstiti può cessare se il coniuge si risposa, se viene meno lo stato di
inabilità di colui che la percepisce, se i figli universitari terminano o
interrompono gli studi e, al compimento del 26esimo anno di età.