L’espressione “riti di passaggio” divenne famosa in seguito alla pubblicazione, nel 1909, di un libro che portava il medesimo titolo e il cui autore è un antropologo francese, Arnold Van Gennep (1873-1957), tra i più noti studiosi e teorici di antropologia del Novecento.
Van Gennep definì riti di passaggio tutte quelle cerimonie pubbliche che celebrano un cambiamento di status, ovvero un mutamento nella posizione che un individuo occupa nella società, una variazione dei compiti che egli svolge.
Nel ciclo della vita dell’essere umano ci sono momenti particolarmente importanti e delicati quali la nascita, l’ingresso nel mondo degli adulti, il matrimonio, la morte. Molte sono le società nelle quali questi momenti di passaggio vengono celebrati da un rito: battesimi, iniziazioni all’età adulta, nozze, funerali (culto dei morti) sono esempi di riti di passaggio che si trovano in moltissime società umane. Possono rientrare in questa categoria anche le cerimonie che celebrano momenti di passaggio nel ciclo annuale (solstizio ed equinozio, plenilunio, capodanno), così come i riti di ingresso in un ordine religioso.
Lo studioso Van Gennep scoprì che molti riti di passaggio comprendevano tre fasi:
- Definì la prima fase separazione: al sopraggiungere di una morte, per esempio, prima che si celebri il funerale vero e proprio, vi sono riti – come l’estrema unzione o la veglia funebre – che indicano la separazione del defunto dalla comunità dei viventi.
- La seconda fase è detta margine o fase liminare (termine che deriva dal latino limen, “soglia” “passaggio”). Il periodo del lutto con i suoi riti e le sue particolarità (vestirsi in un certo modo, evitare alcuni cibi) costituisce una fase liminare. La gravidanza e il fidanzamento sono altri due esempi di fasi liminari. Si tratta di un momento particolarmente delicato, in quanto la persona che lo attraversa vive una situazione di sospensione dalla vita normale, quotidiana. La separazione da quello che si era è già avvenuta mentre non ha ancora preso forma l’incorporazione in ciò che si è in procinto di essere.
- Infine, la terza fase dei riti di passaggio è caratterizzata dai riti di aggregazione: il funerale celebra l’ingresso del defunto nel mondo dei morti, mentre le nozze celebrano il definitivo passaggio della persona al mondo degli adulti con la costituzione di una nuova famiglia.